SCIOPERO DEL 20 MAGGIO: esigenze della scuola ignorate troppo a lungo

Categorie: , , , , , | 23-05-2016

“Grazie alle lavoratrici e ai lavoratori, che hanno partecipato allo sciopero e alle manifestazioni svoltesi in tutte le più importanti città d’Italia” afferma Maddalena Gissi, “espressione delle vere esigenze della scuola, finora ignorate dal Governo”.

La partecipazione allo sciopero del 20 maggio è stato un segnale importante di presenza e vitalità di una categoria che crede nel suo lavoro e crede nella scuola. Persone che riaffermano, tra mille difficoltà, la determinazione a non subire le scelte di chi vorrebbe ridimensionarne il protagonismo professionale e vogliono continuare a rivendicare con forza i propri diritti, primo tra tutti quello di un contratto rinnovato.

Tre le parole chiave che riassumono ragioni e obiettivi della giornata di lotta: contratto, partecipazione, stabilità del lavoro, per superare gli aspetti più devastanti e deleteri della legge 107 del 2015.

Contratto: il contratto non è rinnovato da anni, una situazione che la stessa Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima e che si è fatta assolutamente intollerabile, con un mancato riconoscimento del valore del lavoro in un settore di importanza strategica per il Paese e  retribuzioni del personale della scuola molto lontane da quelle degli altri Paesi europei.

Partecipazione: nella “nostra scuola” tutti i soggetti agiscono nel segno della partecipazione, della collegialità, dell’assunzione di responsabilità condivise. È la scuola della Costituzione, quella che ha fatto crescere le persone e il Paese e che non si vuol vedere esposta a divisioni artificiose e inquinata da suggestioni autoritarie inutili e pericolose.

Stabilità del lavoro: la realtà è molto diversa da quella propagandata dal Governo: il piano straordinario di assunzioni docenti e il concorso non hanno di fatto eliminato e/o ridotto il precariato. Per gli ATA poi, addirittura zero assunzioni pur essendoci 12.000 posti vacanti. Sono decine di migliaia i precari che non vedono realizzato il loro diritto alla stabilità del lavoro e rischiano anzi di perderlo per effetto delle scelte compiute dal Governo.

Per tutto ciò il sindacato continuerà a farsi portavoce e interprete delle esigenze dei lavoratori, rivendicando sedi di confronto nelle quali è pronto a esprimere come sempre una forte capacità di proposta. La spinta alla partecipazione non va contrastata, ma valorizzata. E’ un preciso interesse delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola. E’ indispensabile riportare al confronto e al negoziato materie che toccano aspetti così importanti del rapporto di lavoro e che non possono essere gestite in modo unilaterale e verticistico, come purtroppo da qualche tempo siamo abituati!

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